sabato 29 dicembre 2012

Femminicidio

Iniziamo con una inutile speculazione sul termine: lo trovo orribile, discriminatorio e inutile. Siamo tutti uguali e l'assassinio ha la stessa gravità, a prescindere dal sesso del morto o dalla sua età. Una bambina morta ingiustamente può colpirci più di un vecchio scorbutico ottantenne che si è cercato la fucilata in testa, ma il valore umano delle due vittime è identico e il criminale va perseguito allo stesso modo. Gli intenti, gli umori del momento, sono tutti fattori che la legge deve rimuovere se vuole davvero fare il suo dovere. Quando inizia a fare distinzioni perché alla società piace commuoversi e indignarsi, significa che la legge sta degenerando verso uno stato di natura e sta pian piano diventando tutt'uno con le passioni umane. In poche parole, non rappresenta più la parte più alta del raziocinio umano, ma rappresenta la parte primordiale. 

Ora passiamo alla questione "donne uccise." 

Qualche prete sedizioso va in giro a dire che le donne provocano con le minigonne e quindi vengono violentate. Qualche politico "moderno" va in giro a dire che gli uomini sono maiali e le violentano. Qualche magistrato ignorante va in giro a dire che se hanno questi problemi, dovrebbero denunciarli. 

La questione, credo, è più profonda e antica. 
Siamo ad un punto di svolta della società in cui le donne aspirano alla dignità che le loro pari hanno ottenuto già in altri stati più civilizzati, mentre gli uomini (imitando i padri medievali) cercano di mantenere i loro "privilegi", siano essi quelli di padre/tiranno di famiglia, siano essi quelli di provarci con ogni antropomorfo femminile che vedono in strada. 
Questi due comportamenti, come spesso accade, si aprono in due estremi pericolosi: 
- da una parte quegli uomini che, persa l'autorità morale che gli era dovuta per diritto, non sanno più guadagnarsela con la testa e la cercano con la forza. Rientrano in questa casistica anche gli omicidi di donne da parte di ex mariti/partner/pretendenti. 
- dall'altra parte quelle donne che, tronfie di discorsi femministi sessantottini riciclati, sono convinte che provocare sia lecito, ma sia illecito rispondere alla provocazione. Attenzione: parlo di provocazione attiva, non semplicemente indossare una gonna corta. 
A questo punto il giusto e l'ingiusto vanno a farsi fottere. Prevale il più forte fisicamente, che per natura e costituzione è l'uomo, e succede quel che succede. Quando nella mente l'amigdala prevale sul lobo frontale, non si fanno più i discorsetti sul rispetto e sull'uguaglianza. E vale per qualunque caso provochi una forte reazione emotiva, non soltanto per la libido. Questo discorso non giustifica la violenza, ma la spiega. E, quando conosci come funziona una cosa, puoi correre ai ripari.

Ma abbandoniamo gli estremi, e passiamo al nerbo della questione, perché la maggior parte delle violenze sulle donne avviene in famiglia o da conoscenti. Soltanto l'1% è commesso da sconosciuti. In questi casi la donna è vittima incolpevole, l'uomo è un demente e i parenti dei due sono altrettanto cretini e responsabili come l'uomo. Non c'è scusa che tenga. Ogni volta che una donna muore, sentiamo ai tg che aveva già denunciato tante volte i comportamenti dell'uomo, sia alle autorità, sia a parenti/amici/conoscenti.
La reazione? 
Le autorità ci vanno coi piedi di piombo e se ne fregano, perché le autorità sono fatte di uomini vecchi con idee medievali al pari di quelle del marito demente. 
I familiari se ne fregano perché "ma quelli sono fatti loro, tra moglie e marito bla bla bla". Certo, perché un marito che alza la mano sulla moglie è ancora degno di essere chiamato marito, perché il sacro vincolo del matrimonio protegge col suo velo di discrezione non solo il talamo nuziale, ma pure le botte. Sbagliato. Medievale. Troppo facile. GLI ABUSI NON SONO MAI PROTETTI. Va denunciato, sempre. Peccato che i casi di denuncia di abusi siano molto bassi, il 3% soltanto. E non è dovuto sempre alla vergogna, ma alla consapevolezza che nessuno muoverà un dito e che, saputo della denuncia, gli abusi aumenteranno. In poche parole, se c'è un abuso è perché tutti se ne fregano di quella donna, perché - come in tutto - nessuno conosce i propri diritti, nessuno distingue il detto popolare dalla legge, nessuno vuole farsi un nemico. E' come per la Mafia e la Camorra. Sono crimini che si nutrono di omertà e vigliaccheria di gente che poi al bar si vanterà di sapere tutto sul calciomercato o di potersi bere 20 birre senza crollare. 

Un'altra causa la ricercherei nell'educazione che si da ai figli. Ancora oggi sento nonne dire alle figlie femmine "tu devi rispettare il maschio" oppure "impara a lavare i piatti che sei femmina", mentre i fratelli scorrazzano indisturbati e imparano come scaccolarsi. Ancora oggi sento padri chiedere ai figli se la ragazza con cui escono è bella, e non se la rispettano. Ed è così, e con meccanismi analoghi, che vengono su generazioni deviate. 

La violenza sulle donne però non è un problema attuale. Qualcuno ha deciso che lo è ed ora se ne parla di più in tv, in realtà c'è da sempre, è solo che finora se n'erano fregati anche i tg. Un po' perché non faceva notizia 20 anni fa, essendo ancora la norma, un po' perché i giornalisti stessi sono/erano dei dementi medievali. 

Mi sento di trarre tre conclusioni: 
1. Gli over 40 sono ancora medievali. 
2. Le istituzioni sono composte da over 40, quindi sono medievali. 
3. I responsabili più deprecabili sono coloro che sanno e non fanno un cazzo. Perché sono medievali. 

Tengo a precisare, inoltre, che: 
- non ho dato percentuali esatte, non conveniva; le statistiche rendono tutto meno umano e qui abbiamo bisogno di umanità e di comprendere certi meccanismi, a nessuno importa delle percentuali. Le trovate sul sito dell'ISTAT. 
- Inutile venirmi a cercare le eccezioni del tipo "però non tutti..." perché non attacca. L'eccezione è eccezione, se proprio vogliamo fare i pignoli dobbiamo analizzare caso per caso, e scopriremmo che è impossibile trovarne due identici. Se si parla in generale, si generalizza, coi rischi che ne derivano. Ma si presuppone che il lettore sappia farsi le sue eccezioni nella testa e non si nutra di parole come se fosse uno zombie.

Nessun commento:

Posta un commento