domenica 13 gennaio 2013

La Bestia

Pensiamo agli animali, ai predatori, che più somigliano all’uomo. Prendiamo come esempio la tigre, nello specifico. La tigre marca un territorio con la sua urina, segnalando agli altri individui della sua specie di non attraversarlo. In quel territorio, che sfrutta secondo le sue esigenze, la tigre va a caccia e cattura prede, che nasconde e conserva per alcuni giorni, nutrendosene quando ha necessità. 

Qualora un altro esemplare volesse sottrarre preda e territorio alla nostra tigre, avrebbe soltanto un modo per farlo: la forza.
Ha funzionato così anche per l’uomo, in tempi ormai remoti e dimenticati. Non si trattava di singoli esemplari, ma di gruppi che agivano all’incirca come gli animali, ma con un più alto e comune concetto di proprietà. Tuttavia, l’uomo si è reso conto che così facendo non avrebbe mai avuto un modo sicuro per custodire i propri beni e conservare la ricchezza, poiché in ogni momento poteva essere attaccato da gruppi più forti. Inoltre, non tutti i gruppi potevano essere autosufficienti, e la guerra non sempre era uno strumento efficiente per procurarsi ciò che non si possedeva.
Così l’uomo si è dato delle regole, riconoscendosi non più in un singolo clan, ma in un più ampio concetto di umanità. Ha smesso di vedere nella guerra l’unico strumento per procurarsi un bene e per difenderne il possesso, e ha inventato il diritto come strumento di tutela ed il denaro come mezzo di scambio, come bene con un valore riconosciuto da tutti che poteva essere scambiato con qualsiasi cosa. La forza è passata in secondo piano e l’uomo, ogni uomo, è diventato libero. Libero di guadagnare denaro, libero di godere dei beni, libero di dedicarsi alla sua personalità perché affilare la lancia non è più prioritario.

Questa è una esemplificazione molto generica, il suo unico scopo è quello di dare una base alla riflessione che segue, incentrata sulla proposta di molti economisti e politici di abolire il contante e pagare solo ed esclusivamente per mezzo dei metodi telematici.

Abbiamo detto che il denaro è stato lo strumento che ha dato all’uomo la possibilità di acquistare una proprietà privata su un dato bene. Il possesso di denaro è quindi un potenziale: possiamo scegliere di nasconderlo, di investirlo, di trasformarlo in beni di consumo, di prestarlo, di lasciarlo in eredità, di donarlo, di buttarlo in strada. Qualsiasi cosa va bene, perché sia frutto di una nostra libera scelta. 

Ora immaginiamo uno scenario in cui non abbiamo più alcuna disponibilità del nostro denaro, perché lo Stato ci costringe a darlo nelle mani di poche persone selezionate. Per comodità, facciamo che questa persona sia una sola. La chiameremo Bestia, per esemplificare e per divertimento. Tutto il popolo porta il denaro a questa unica persona, la quale prende nota delle cifre  ricevute e le affianca ai dati personali di ogni individuo. Con questo semplice atto, noi avremmo consegnato la nostra libertà nelle mani di quel singolo. Ogni atto di compravendita dovrà essere sottoposto alla Bestia, che sarà intermediario e sposterà il denaro da venditore ad acquirente, senza che questi lo vedano. In realtà, nel caso odierno, non sposterà neanche del denaro ma sposterà qualche bit, come quando si acquistano oggetti in un videogioco.

Direte voi: ed il diritto, allora?

Per questioni di eleganza, non dirò dove se ne va il diritto, poiché la Bestia è molto amica dello Stato, l’ente che dovrebbe garantire il diritto. Viene da sé quindi immaginare cosa accade quando lo Stato decide che un dato bene non va acquistato, che determinate azioni sono vietate, che la nostra libertà va in qualche modo limitata: la Bestia smetterà di esaudire le richieste di chi vuole compiere le azioni vietate dallo Stato. Allo stesso modo, lo Stato non difenderà mai un cittadino contro la Bestia, che agirà indisturbata e potrà negare il suo operato a coloro che ritiene non meritevoli o di poca fiducia.
La libertà è appena stata uccisa da pochi individui, col consenso generale. Complimenti.

 «Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome.» (Apocalisse 13, 16-17)



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