domenica 7 aprile 2013

La stoccata dell'UE a Cipro

Questa storia del prelievo forzoso alle banche di Cipro ha scatenato un'ondata di indignazione in tutta Europa e sta facendo tremare le gambe soprattutto in Spagna, Italia e Grecia, dove si  teme un prelievo forzoso dai conti correnti da un giorno all'altro, come nel lontano '92. 
Ad un primo sguardo, il prelievo forzoso dai conti correnti per salvare la banca dal fallimento può far gridare alla rapina, allo Stato ladro che mette le mani nei soldi dei cittadini abusando del suo potere, all'UE che fa solo gli interessi delle banche e degli Illuminati. 

Anche io, appena udii la notizia, rimasi perplesso, a causa delle mie idee tendenti al libertarismo. Tuttavia, l'osservazione più attenta del fenomeno, mi ha svelato qualcosa che non avevo considerato. 

Quando iniziò l'attuale crisi, negli Stati Uniti, molte delle maggiori banche rischiavano il fallimento a causa di catene di debiti che nessuno pagava da anni, ma che venivano solo spostati di banca in banca. Parliamo di banche grosse, con miliardi di dollari in conti correnti; banche il cui fallimento avrebbe portato ad un tracollo dell'economia, e per questo chiamate in gergo "too big to fail", troppo grandi per fallire. Ciò significa che quando stanno per fallire, lo Stato interviene per salvarle ed evitare danni. 

Un esempio simile e più banale è la FIAT in Italia: il suo fallimento creerebbe un buco nell'economia italiana e manderebbe a casa migliaia di operai. La FIAT ha quindi una pistola puntata alla tempia dello Stato italiano, che continuamente agisce per salvarla in un mercato che non ne vuole sapere di comprare auto di latta. 

Torniamo alle banche. Nel sistema a riserva frazionaria esistente oggi, un deposito in banca non è un vero e proprio deposito, ma è un prestito alla banca. La banca detiene solo una certa parte del denaro prestatole dai clienti (perciò riserva frazionaria) ed il resto viene investito. Si tratta di un settore ad alto indebitamento, eppure sembra che tutti preferiscano dimenticarlo e credere che la banca tenga lì, in cassaforte, i soldi che noi portiamo. Beh,  devo dare una brutta notizia: se la banca può far fermentare il denaro con tassi di interesse fino al 4%, è solo perché quel denaro viene investito in altre attività, ma se queste attività vanno tutte male, quel denaro viene perduto. 
Portare denaro in banca è di per sé un investimento, e non esistono investimenti sicuri. 
Da un po' di tempo questo concetto è stato dimenticato ed i clienti di una banca tendono a dimenticare che la banca può fallire e portarsi dietro tutto il denaro prestatole/depositato. 

A Cipro è accaduto che, a causa  della crisi, le banche si siano ritrovate con un buco di 15,9 miliardi di euro. Non è neanche tanto e non minaccia seriamente l'economia europea, ma queste banche hanno chiesto aiuto alla UE, aspettandosi che l'UE estorcesse denaro a tutti per regalarlo alle banche e salvarle. 

L'UE ha però voluto dare un segnale forte: basta con i salvataggi pagati dai contribuenti. Se non sai fare il banchiere, non lo fai; se non sai sceglierti una banca virtuosa, metti i soldi sotto il materasso. Perché la colpa è prima di tutto dei correntisti, che depositano denaro in banche scelte a caso, con la convinzione che tanto sarà lo Stato a pagare un eventuale fallimento, sempre per quella storia del too big to fail. 

Stavolta è andata diversamente. L'UE aveva due alternative: pagare ancora una volta per l'inefficienza dei banchieri oppure lasciar fallire  tutto il sistema bancario cipriota, mandando in malora tutto il Paese, non solo i correntisti. 
La strada scelta è stata quella di dire alle banche cipriote: vi salviamo, ma il salvataggio ve lo pagate voi. 

Si è così proceduto al prelievo forzoso dai conti correnti, sopra e sotto i 100.000 euro. Il prelievo servirà a pagare i miliardi di debiti contratti dalle banche cipriote, quindi il salvataggio è stato scaricato sulle spalle dei correntisti. 

La ratio di questa scelta va ben oltre il voler tutelare le banche, anzi. Le banche sono proprio il soggetto che va a perderci. Sui conti sotto i 100.000 è stato effettuato un prelievo dopotutto lieve. Sono stati i conti sopra i 100.000 euro a pagare davvero il fallimento, e chi detiene conti così cospicui? Altre banche, grandi imprese, magnati russi, grandi assicurazioni. Tutti questi paperoni ora saranno incazzatissimi con le banche. Non vogliono pagare il fio per l'inefficienza altrui. 
L'UE è stata furba nella sua mossa. Il messaggio che ha lanciato è forte e chiaro per tutte le banche dell'Unione: fallite pure quanto vi pare, noi vi aiutiamo ma poi ve la vedete voi a cercarvi nuovi clienti. Già, perché non appena sarà possibile, tutti i paperoni (che  ci tengono ai loro soldi) sposteranno il denaro da quelle banche che, con la loro inefficienza, li hanno costretti a subire un prelievo forzoso. 

In altre parole, le banche sono state responsabilizzate ed il tutto è avvenuto alla luce dei riflettori, sotto gli occhi del mondo. E' stato un colpo basso. La prossima banca che penserà bene di fallire per farsi salvare dallo Stato, dovrà mettere in conto che dopo il salvataggio perderà tutti i suoi clienti.

Nella sua forza, l'UE è stata molto più liberale di quanto potrebbe sembrare e ha dimostrato agli USA come si trattano i banchieri. 

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