mercoledì 10 aprile 2013

Lo scacchiere coreano e l'atomica

La faccenda delle due Coree sta facendo parlare molto di sé e l'ardire del giovane dittatore Kim Jong-un è oggetto di una satira sfrenata, che lo dipinge come un fanatico della guerra che sta cercando di invadere gli USA a bordo di una barca a remi carica di straccioni. 
E' più o meno davvero così. La Corea del Nord, alla morte del precedente dittatore, padre di Kim, poteva vantare un esercito di un milione di uomini ed una riserva di altri due milioni, su una base di popolazione di soli 24 milioni di abitanti. Il 12,5% della popolazione combatterebbe in una eventuale guerra d'invasione, con tecnologie arretrate, una Marina trascurabile e un'aviazione vecchia quasi di un secolo. 
I numeri ci sono, la qualità purtroppo no. 

Le domande che ci si pongono di più sono:
- La Corea del Nord ha la bomba atomica?
- La Corea del Nord userebbe la bomba atomica?
- Perché la Corea del Nord sta tentando di farsi cancellare dalle cartine geografiche andando a minacciare gli USA, che sono i veri esperti di armi nucleari e pulizie etniche?

I dati di cui disponiamo per rispondere sono pochi. La Corea del Nord è una dittatura e le dittature sono famose per creare sistemi chiusi entro i quali è difficile capire persino il solo numero di abitanti. 
Alla prima domanda possiamo rispondere senza ombra di dubbio con un . La Corea del Nord ha il plutonio sufficiente a fabbricare un numero di testate variabile da sei a dieci. Non è molto in confronto agli arsenali dei big del mondo, ma non è neanche poco. Una bomba atomica è sempre di troppo. Ne basta una per scatenare il panico e distruggere una intera metropoli. Non sappiamo se queste bombe siano già state costruite, è presumibile che ci stiano lavorando, così come stanno lavorando sui vettori. 
Quando parliamo di vettori intendiamo il mezzo di trasporto. Ormai non è più pensabile introdursi nello Stato nemico con un bombardiere e sganciare un ordigno atomico. Tra radar e contraeree, quel bombardiere non avrebbe lunga vita. Le testate atomiche vengono quindi montate su razzi che, sparati in orbita, ricadono nel punto designato. 
Su questo piano la Corea del Nord è ancora agli inizi. Si stima che i suoi vettori possano raggiungere al massimo la costa occidentale degli USA, sorvolando tutto il pacifico, ma non oltre. 

La seconda domanda è strettamente correlata alla terza, ma merita una risposta a sé: no, la Corea del Nord non userebbe mai la bomba atomica. E' consapevole che, così facendo, perderebbe l'appoggio dei suoi storici amici Russia e Cina, Paesi da sempre ambigui ma ormai troppo legati ai mercati occidentali per un simile colpo di testa. Né Russia né Cina appoggerebbero uno Stato che, usata la bomba atomica, si è reso colpevole del crimine più grosso davanti alla comunità internazionale. Kim Jong-un lo sa bene, così come i suoi Generali sapranno di certo dirgli che, dopo il lancio di quelle poche testate che hanno, non potranno più opporsi in alcun modo all'avanzata degli eserciti delle Nazioni Unite nel loro territorio. Sarebbe un suicidio, letteralmente. Andiamo, nessuno è così cretino.

Alla terza domanda possiamo rispondere solo con supposizioni. 
I regimi totalitari hanno la caratteristica di sopravvivere grazie alla mobilitazione costante delle masse, un po' come il PD deve mobilitare se stesso per tirare avanti. 
La mobilitazione occorre per creare un clima di collaborazione contro un nemico comune, un po' come se il dittatore fosse un sergente e il resto del Paese fosse la sua squadra. Tutte le risorse di questa squadra sono comuni, perché è il bene della missione che va salvaguardato e non quello individuale. Se c'è un negro ferito che non ce la fa a camminare, è giusto che venga sacrificato in nome del bene comune. 
Per funzionare, la mobilitazione ha bisogno di un nemico comune verso il quale tendere. Kim Jong-un lo ha trovato più o meno nel resto del mondo. 
Da quando la guerra del 1953 fu sospesa e fu stabilito il confine tra le due Coree su quel famoso 38esimo parallelo, la Corea del Nord è stata destinataria di pesantissime sanzioni dell'ONU. Queste sanzioni hanno colpito duramente l'economia coreana, ma finché la Corea del Nord non avrà abbastanza potere contrattuale per opporsi, la sanzione resta e la Corea deve pagare, altrimenti ci arrabbiamo. 
Immaginate così la scena: da un lato un Kim Jong-un armato di clava, dall'altro decine di capi di governo armati di fucili mitragliatori e lanciarazzi che ordinano al giovane Kim di dargli tutti i soldi. In base a cosa Kim può dire di no? 
Ma ora cambiamo le carte in tavola. Kim è sempre da solo, ma stavolta ha un lanciarazzi anche lui. Se sparasse, potrebbe uccidere qualcuno dei capi di governo prima di soccombere. Questi capi di governo non sanno chi verrebbe ucciso, ognuno sa che potrebbe essere lui, quindi ognuno sarà reticente a fare troppo il gradasso con il giovane Kim. Ed ecco che, pur di fargli posare quel lanciarazzi, i capi di governo saranno buoni e alleggeriranno le sanzioni. 
E' in questo che spera Kim Jong-un quando lancia minacce agli USA. 

C'è poi da considerare anche il fattore Cina. Non so se avete mai guardato la cartina, ma la Corea del Nord è un cuscinetto tra la Cina e la Corea del Sud, che altro non è che un surrogato USA orientale. 
Da un po' di tempo la Corea del Sud fa pressioni per una unificazione e questo potrebbe procurargli consensi tra la popolazione del Nord, i due terzi della quale sta morendo di fame, letteralmente. 
Kim ha bisogno che questi disperati non cedano alle tentazioni del capitalismo occidentale, così deve mobilitare la nazione in modo serio e minacciare guerra, ostentare forza. La Cina lo vuole, perché avere una Corea unita significa avere gli americani alle porte, sul confine, e la cosa non piace alla Cina. Per dirne una, migliaia di giornalisti e reporter si riverserebbero in Cina e scoprirebbero le sue migliaia di condanne a morte che ora conserva così bene come Segreto di Stato. Insomma, è molto probabile che anche la Cina stia facendo pressioni affinché Kim mantenga il potere nel Nord, ma sarà anche la prima che lo abbandonerà se il Caro Leader decidesse di usare davvero l'atomica. 

Finora, Kim Jong-un ha ottenuto soltanto il risultato di un inasprimento delle sanzioni, perché le sue minacce agli USA sono poco credibili. 
Il vero pericolo è nelle due Coree, è lì che si rischia sul serio la guerra, una guerra che potrebbe portare a pericolosi squilibri in seno all'ONU, perché la Cina potrebbe decidere di appoggiare il regime del Nord, per i suddetti motivi. 
Insomma, è una guerra tra straccioni che incredibilmente può minacciare gli equilibri mondiali, ed è per questo che è sotto i riflettori, altrimenti passerebbe in sordina come tutte le guerre che si aprono e si concludono in Africa e in tante altre zone dimenticate del mondo. 


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