lunedì 29 aprile 2013

Sparatoria a Palazzo Chigi: non è questione di toni

Dopo la sparatoria di Roma davanti a Palazzo Chigi, i politici hanno avuto tutti la stessa reazione: bisogna abbassare i toni, bisogna controllarsi, bisogna reprimere il clima d'odio e roba del genere. 
Guarda caso, si è fatta larga menzione anche del linguaggio di "alcune parti politiche" che fomentano il clima di violenza. Ovviamente si faceva riferimento a Grillo e ai suoi vari vaffanculo e diti medi rivolti ai politici, nelle piazze. Secondo loro, basta che un uomo vada a urlare parolacce in piazza per spingere la gente ad andare a sparare contro dei Carabinieri, sotto il palazzo del governo, mica uno qualsiasi. 


Si tratta semplicemente della nuova strategia dei politici, quella del vittimismo, messa in atto da quando Grillo ha iniziato a insultarlo. "Why they hate us?", perché ci odiano? 

In italia abbiamo 2,74 milioni di disoccupati, nel 2012 hanno chiuso circa mille imprese al giorno e nei primi mesi del 2013 questa tendenza è peggiorata, mentre la politica approvava i provvedimenti di un governo pseudo-tecnico che ha ridotto alla fame più di quattro milioni di italiani. Con la scusa del debito pubblico e della lotta all'evasione sono state vessate tutte le imprese, che ormai sopportano una pressione fiscale totale del 53%: questo significa che più della metà di ciò che guadagnano va allo Stato. Gli imprenditori si alzano al mattino per andare a lavorare per lo Stato e milioni di famiglie non sanno cosa mettere sulla tavola per risparmiare qualche euro. 

In questo clima da medioevo creato solo dai politici, questi si chiedono: perché ci odiano? 
Si sorprendono se un uomo esasperato che non sa più cosa dare a suo figlio, vada sotto al palazzo del governo con una pistola, con l'intento di sparare ai colpevoli. 
Io mi sorprenderei piuttosto del contrario e credo che Grillo sia stato una delle cause che ha impedito che più persone compissero lo stesso gesto, raccogliendo il malcontento e rendendolo innocuo per lo Stato e per la casta che tanto odia. 

I politici questo lo sanno, ma in tv continuano a mettere la bocca a culo di gallina e a parlare di sobrietà e di abbassare i toni, perché il problema sta tutto lì: nei toni, nell'unica arma che ha Grillo contro di loro. Se diamo la colpa ai toni, Grillo sarà automaticamente colpevole della violenza e dovrà abbassarli, perdendo così la sua unica arma. Non è un caso che si parli di toni sobri e contenuti. 

Ma la colpa della violenza sappiamo tutti di chi sia: è di quegli stessi politici che si fingono vittime di odio ingiustificato e si atteggiano a martiri chiamati a salvare un Paese che sta affondando per colpa di chissà chi. 
E' l'immagine di uno che ti da uno schiaffo in piena faccia e poi giura sulla sua vita di trovare il colpevole mentre ti massaggi e imprechi. 

La stampa è complice dei politici in tutto ciò: prima ancora che Luigi Preiti venisse interrogato, la stampa stava già dicendo che si trattava di un folle con problemi mentali, salvo poi doversi smentire quando i parenti e i Carabinieri stessi hanno ammesso che Preiti era lucido e disperato. Per colpa di chi? 
E' stato un grosso problema la sua lucidità, perché ha permesso di scaricare tutta la responsabilità sulle spalle dei politici. Non si può più dare la colpa a un problema mentale, bisogna cercare il movente altrove, e Luigi Preiti lo ha dichiarato: il movente è la disperazione causata dalla merda in cui ci hanno buttato i politici. E' dura ammetterlo per loro, infatti non ne hanno parlato, hanno solo espresso il loro inutile cordoglio al poveraccio che si è beccato una pallottola destinata a un politico. 

Quando Vittorio Bertola ha detto "Il vero problema non e' che qualcuno vada davanti a Palazzo Chigi e spari durante il giuramento del governo. Il vero problema è che in questo momento, ne sono assolutamente certo, ci sono alcuni milioni di italiani che pensano 'peccato che non abbia fatto secco almeno un ministro'", aveva pienamente ragione. 
E' stato il pensiero di tutti perché sappiamo tutti benissimo chi abbia provocato il nostro odio, e non è stato certo Grillo. 
Se Grillo ha potuto raggiungere quei numeri in parlamento è stato grazie ad un odio già endemico e radicato, preesistente alla sua attività politica. Grillo ha sfruttato le ortiche che hanno seminato i politici dall'inizio della Repubblica ed il suo linguaggio non ha niente a che vedere con la sparatoria. 

Ormai hanno ridotto tutto a un problema di toni. La frase più ricorrente, che guarda caso ha appena finito di ripetere un politico del pd in tv, è "ognuno può dire ciò che vuole, purché lo faccia moderando i toni".
Si è visto. Napolitano in parlamento ha detto ciò che dice Grillo da sempre, ma lo ha fatto col suo linguaggio da cattocomunista ed ha ricevuto applausi; quando però qualcuno lancia insulti (meritatissimi) ripetendo le stesse cose, i politici si barricano dietro il loro vittimismo e parlano di clima d'odio che non fa bene alla politica. Riducono, insomma, tutto a una questione di forma. 
I fatti però sono altri e sono quelli a spingere la gente a prendere le armi. 

Lo Stato sta fallendo nel suo compito ed i politici, tutti, ne sono la causa: ogni pallottola sparata contro di loro è solo un atto di legittima difesa e di espressione della sovranità popolare. 

Il Carabiniere ferito è una vittima della merda che hanno sparso i politici, come vittima è Luigi Preiti. 

1 commento:

  1. La guerra tra poveri è una strategia che i politici/signorotti applicano da secoli.

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