giovedì 16 maggio 2013

Questa storia dell'elezione popolare del Presidente della Repubblica

Stavo un po' dando un'occhiata a questa nuova riforma che si propone dell'elezione popolare del Presidente della Repubblica (d'ora in poi PdR). 
E' stata sempre sbandierata come riforma in modo abbastanza generico, come succede sempre in Italia, però il costituzionalista Giovanni Guzzetta ha saputo dargli la forma di bozza di legge, consultabile qui.
Ovviamente l'ho letta, esaminata, e l'ho trovata una perfetta sciocchezza o, per meglio dire, un perfetto specchio per le allodole, un campo da gioco per i partiti ancora migliore di quello attuale. Insomma, per citare Star Wars, it's a trap! 

Guzzetta presenta la sua riforma definendola modello "presidenziale alla francese". Credo appartenga a quella corrente di giuristi che non crede nell'esistenza del semipresidenzialismo, forma di governo a metà tra il mito e la realtà. Ad ogni modo non disperate: non conta niente la denominazione, perché ogni forma di governo va sempre adattata al Paese. Chiamatela come vi fa comodo e andiamo avanti. 

Le riforme più importanti alla figura del PdR sono le seguenti: 
- Elezione diretta a maggioranza assoluta del pdr
- Età minima abbassata a 35 anni
- Carica di 4 anni, rieleggibile solo una volta
- Vigila sul funzionamento regolare dei pubblici poteri e assicura che l'indirizzo politico si svolga in conformità con la sovranità popolare, nelle forme e nei limiti previsti dalla Costituzione.
- Scioglie una o due Camere
- Emana decreti legge e decreti legislativi senza controfirma ministeriale
- Presiede il Consiglio dei Ministri

Ho messo in grassetto quelle che più mi fanno rabbrividire. 


A queste si accompagna la riforma del Parlamento, che sarà diviso in una Camera dei Deputati a elezione diretta ed un Senato federale a elezione indiretta (ma non è specificato come e da chi).

Ragioniamo. 

Elezione diretta diretta del PdR significa che uomini a caso (scelti ovviamente dai partiti) inizieranno a farsi campagna elettorale proprio come fanno adesso i candidati a Presidente del Consiglio, quindi dalla volontà popolare verrà fuori non soltanto la Camera dei Deputati, ma anche il Presidente della Repubblica. Avremo dunque due organi di derivazione popolare, entrambi legati a promesse elettorali ben specifiche e dunque entrambi direttamente responsabili verso l'elettorato. 
Dal momento che il PdR è forte dell'approvazione popolare, e dal momento che presiede il Consiglio dei Ministri, non avremo più alcun organo di garanzia al di sopra delle parti, ma avremo semplicemente un super-membro dell'esecutivo che può imporre al Governo il suo programma elettorale. Il Presidente del Consiglio  - che Guzzetta vuole rinominare Primo Ministro - sarà una carica di puro coordinamento, come lo sono oggi i Presidenti di Camera e Senato. Il vero Presidente del Consiglio, molto più potente di quello attuale, sarà il Presidente della Repubblica. 
Avendo anche il potere di emanare decreti legge e decreti legislativi senza doverne rispondere al Governo (come invece accade ora), potrà anche impegnarsi attivamente nella politica, molto più attivamente di quanto stia facendo Napolitano. 
La funzione di garanzia che gli si vorrebbe attribuire sarebbe in realtà solo su carta, perché il nuovo PdR sarebbe un politico a tutti gli effetti e sarebbe egli stesso il governo. 

Tutto questo potere ovviamente non andrà mai a persone "fuori dalla politica", come piace dire a noi italiani, ma andrà sempre a membri dei partiti, che spingeranno avanti i loro candidati nelle campagne elettorali. Una volta che il membro di un partito è stato eletto PdR, e una volta che questo partito ha la maggioranza alla Camera, far passare le leggi sarà un gioco da ragazzi perché il PdR non si sognerà mai di andare contro il suo partito e rispedirle indietro. I programmi di PdR e partito, anzi, coinciderebbero. 

Immaginate un Berlusconi da Presidente del Consiglio con il potere di decidere se le leggi approvate dal suo partito alla Camera siano costituzionali: ecco cosa sarà il nuovo PdR

Ora mi direte: sì ma noi votiamo il PdR aspettandoci da lui una funzione di garanzia. 

Ahah, certo. Ma se lui non svolgesse questa funzione non andrebbe comunque contro la Costituzione, perché la Costituzione lo vuole come membro dell'esecutivo. Potrete chiamare pure lo spirito santo, ma il PdR potrà fare i suoi porci comodi perché nulla gli vieta di fare la politica mafiosa dei partiti. 
Potrete non rieleggerlo più, ma tanto i partiti spingeranno avanti qualcun altro che sarà comunque costretto ad adattarsi, perché se vuole sopravvivere come PdR deve per forza avere l'appoggio della Camera. 
Ricordo, infatti, che i decreti legge entrano in vigore subito ma entro trenta giorni vanno approvati dalla Camera altrimenti decadono; i decreti legislativi invece sono deleghe della Camera all'esecutivo, quindi sono già stati approvati nelle linee generali dalla Camera. 
Che significa questo? Che se Camera e PdR non vanno d'accordo, c'è l'ingovernabilità totale. 
I partiti se lo possono permettere? No. Come agiranno? Come vi ho già detto: mettendo i loro uomini nel posto giusto. 

E ora direte ancora: si ma il PdR dura in carica 4 anni, mentre la legislatura dura 5 anni. Ci sarà sempre un periodo di difficile convivenza tra PdR e nuova maggioranza alla Camera. 
In realtà no... i PdR si possono dimettere, le Camere si possono sciogliere in anticipo. Coincideranno sempre, vedrete, soprattutto se i maggiori partiti italiani continueranno a governare insieme come fanno PD e PDL da anni. 

Guzzetta queste cose le sa, perché è un costituzionalista con una carriera onorata ed è l'ennesimo uomo dal bel curriculum che i partiti sfruttano per la sua immagine. Non è un'anima candida che si è alzata ieri per scriverci una nuova Costituzione, è un politico ed è stato nel IV governo Berlusconi...

Quindi tiriamo le somme. 

Il PdR eletto dal popolo sarà un super Primo Ministro che, in accordo coi partiti alla Camera, farà da mediatore tra le parti in modo che il suo partito ne riesca vincitore; giudicherà la costituzionalità delle leggi in modo che il capo del suo partito (lui stesso, presumibilmente) ne tragga vantaggio.; avrà un programma elettorale anche lui, che sarà lo stesso del suo partito, e quindi sarà lo stesso della maggioranza alla Camera, e questo lo terrà fin troppo dentro la politica. 
Sarà un Giorgio Napolitano, ma legittimato ad aiutare i partiti che gli piacciono e senza dover fingere che gliene fotta qualcosa di quelle balle chiamate democrazia, repubblica, costituzionalità e tutto il resto. 

Poi boh, vedete voi quale vi piace di più. 

Vi ricordo solo che anche Berlusconi sta urlando di volere l'elezione popolare del PdR e che questo suo amico gli ha scritto qualcosa che lo farà governare da dittatore assoluto per altri 8 anni.

Brace yourselves.  

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