venerdì 7 giugno 2013

Davvero il semipresidenzialismo risolverà tutto? Certo...

Il grande Enrico Letta ha scoperto la soluzione di tutti i problemi: il semipresidenzialismo. E' infatti universalmente noto che la Francia sia il Paese più benestante del mondo perché ha il semipresidenzialismo che permette al popolo di eleggere in forma diretta il Capo dello Stato. 
Così, con la storia di voler cambiare l'assetto statale in favore di uno all'apparenza più democratico, il carissimo Letta ed i suoi accoliti stanno ignorando completamente il resto dei problemi del Paese. 
E' la vecchia strategia di demonizzare qualcosa e di fargli la guerra fino allo sfinimento, fingendo così di combattere per cambiare le cose e migliorare il Paese. 
E' un po' come se io dessi la colpa degli spifferi in casa ad una porta vecchia e piena di fessure intorno, ed iniziassi a fare blandi tentativi di ripararla; dietro di me, intanto, c'è una intera parete che è venuta giù da anni ma io la sto ignorando perché riparare quella sarebbe costosissimo e impegnativo. 

Il semipresidenzialismo non ci salverà proprio da un bel niente, e la gente dovrebbe arrivarci da sola. Cambiare la forma di governo e continuare ad utilizzare gli stessi strumenti e a tenerci le stesse persone, non serve proprio a nulla. 
Il problema del nostro ordinamento non sta nella forma di governo, che è una come tante, ma sta nelle piccole cose che nessuno nota. 
In primis, sta nella concezione che abbiamo della legge e nell'uso che se ne fa. Ricordate la vecchia storia della separazione dei poteri? A scuola ci insegnano che esistono tre poteri: legislativo, esecutivo e giudiziario. Il primo è il potere di scoprire e custodire la legge, il secondo è il potere di applicarla ed il terzo è il potere di giudicare secondo legge. Negli ordinamenti moderni la separazione è molto lieve e spesso tra governo e parlamento esistono confusioni di competenze. 
Esiste tuttavia un quarto potere, che è un potere che deriva direttamente dalla democrazia: il potere politico, cioè il potere della maggioranza di imporre il proprio volere, stravolgendo a piacimento il sistema. Il potere politico, oggi, è nelle mani del parlamento e dei partiti che vi siedono. 

La confusione di potere politico e potere legislativo nelle mani di una sola assemblea è uno dei più gravi problemi che una democrazia possa avere. In questo modo, infatti, dei provvedimenti governativi riescono ad avere valore di legge e quindi a servire in modo assoluto la maggioranza che li ha approvati, cioè la maggioranza che detiene il potere in quel momento. 
Un classico esempio giuridico per spiegare appieno la differenza tra i due poteri, e quindi tra i due tipi di atto che essi potrebbero produrre, riguarda la c.d. riserva frazionaria delle banche. 
Come già spiegai parlando di Cipro, il cliente di una banca, teoricamente, deposita il proprio denaro nei caveau della banca e quest'ultima si offre di custodirlo per conto del depositante. Ciò avviene solo in teoria, perché nella pratica la banca non custodisce quel denaro, ma lo riutilizza a piacimento, investendolo all'insaputa del proprietario. Ciò è dovuto alla riserva frazionaria, cioè all'obbligo di conservare una disponibilità di denaro liquido di un tot percento (una frazione, perciò riserva frazionaria) rispetto al totale che la banca ha ricevuto. Il resto può usarlo per giocare. La ragione di questa legge sta nella speranza che i clienti di una banca non andranno mai tutti insieme a ritirare tutto il denaro depositato, quindi la banca non si troverà mai nella condizione di dover svuotare totalmente le casseforti. Tutto ciò, quindi, è legale. La banca guadagna con soldi altrui, a loro insaputa, gestendoli a piacimento.
Con lo stesso ragionamento, un custode di un appartamento potrebbe affittare il locale a terzi all'insaputa del legittimo proprietario, arricchendosi con i proventi. Questo, però, è illegale.

Nella sostanza sono la stessa cosa. Soltanto il legittimo proprietario di un bene può disporre in modo pieno ed assoluto di quel bene. Se il legittimo proprietario da in custodia o deposita un bene presso terzi, questi potranno soltanto farne ciò che il proprietario ha loro permesso, cioè custodire o depositare. E' una legge naturale ed antichissima che, tuttavia, il potere politico ha stravolto a favore delle banche, ove la maggior parte dei potenti ha qualche interesse. 
Ancora convinti che potere politico e potere legislativo siano la stessa cosa? 

La legge, quella vera, generale ed astratta, è il frutto di una selezione naturale antichissima di usi e costumi di successo presso ogni civiltà umana. Il contratto, per intenderci, è un uso così antico che si perde nella notte dei tempi e non è mai stato mutato perché è un uso di successo. Quindi il contratto va tutelato con apposita legge che nessuna maggioranza dovrebbe avere il potere di modificare. Nessuna maggioranza dovrebbe avere il potere di stabilire che una certa categoria di persone può non rispettare i termini di un contratto di cui è parte. Eppure, il potere politico fa proprio questo: crea differenze, crea eccezioni, fa particolarità laddove la legge dovrebbe invece fungere da riferimento obiettivo, imparziale, certo ed uguale per tutti. Non rispetti il contratto? Sei in fallo, chiunque tu sia. 
Qualcuno potrebbe obiettarmi: suvvia, nessuna maggioranza modificherà mai le norme sui contratti. Really? Mi risulta che la Pubblica Amministrazione possa promettere di pagare e non farlo mai più.  A differenza del privato. Il potere politico ha già colpito anche il contratto, storpiando in modo orribile l'antichissima legge naturale pacta sunt servanda, i patti vanno rispettati. La legge, quella vera, non avrebbe mai potuto permettere una cosa del genere perché la legge, se è uguale per tutti, è uguale anche per i governanti e gli amministratori.
Ancora convinti che potere politico e potere legislativo siano la stessa cosa? 

Per questo motivo potere politico e potere legislativo vanno necessariamente tenuti separati, magari in mano a due assemblee diverse. 
Invece da noi, come in tutte le democrazie, i due poteri sono fusi l'uno con l'altro, e vengono fuori leggi come quelle che permettono l'approvazione di Serpico, il software che spia ogni spostamento monetario, oppure quelle che approvano il redditometro e stravolgono totalmente la presunzione di innocenza. Se i due poteri fossero separati, sarebbe stato impossibile per il potere politico emanare queste leggi, perché il potere legislativo avrebbe potuto difendere la legge fondamentale e bloccare l'ingerenza del potere politico. 

Al governo attualmente hanno radunato trenta saggi per preparare un nuovo assetto istituzionale. E' la cosa più inutile del mondo. Cambiare la disposizione dei poteri già esistenti non ci aiuterà a superare il problema più grosso, e cioè che la maggioranza al potere può sempre e comunque fare i porci comodi suoi perché ormai è decaduta totalmente l'idea di legge generale e astratta e sempre di più si agisce per provvedimenti che farebbero inorridire il più spietato monarca del passato. 

Non c'è nessuna emergenza democratica in atto, non nel senso che vogliono far intendere i politici. La gente non va a votare perché ha capito che fanno tutti schifo; non c'è ricambio di partiti perché, finanziandosi con le tasse, i partiti preesistenti creano una grossa barriera per i partiti emergenti, mettendoli nella posizione di dover sfidare dei colossi; non c'è nessuna necessità di votare direttamente il PdR; non è vero che la politica ha fallito: la politica è arrivata proprio dove voleva arrivare, e cioè ridurci alla fame per poter avere la via libera di approvare provvedimenti sempre più invadenti. 
Tutto converge sempre lì: usano la legge a proprio vantaggio, perché una sola assemblea, dove siedono branchi di maiali, fa quello che gli pare e ce lo da in pasto come fosse la parola di Dio.
L'ultimo idiota della Terra potrebbe, in parlamento, proporre una legge che abolisca il contratto tra privati così come è sempre esistito da migliaia di anni, e se avesse il consenso della maggioranza, quella legge passerebbe e produrrebbe effetti. 

E' normale? 

Viene da sé che modificare la forma di governo è del tutto superfluo. Il problema non è nella forma di governo in sé, ma è nei presupposti sui quali la forma di governo viene costruita. E' più a fondo ancora, in un terreno instabile e volubile sul quale si tentano di edificare strutture di forme differenti, ma già compromessi nelle fondamenta.

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