mercoledì 7 agosto 2013

Berlusconi non è liberale, è comunista

Sto ascoltando Rai2, scrivo in diretta mentre il presentatore dice sciocchezze. Hanno intervistato uno dei fondatori di Forza Italia che, come già denunciavo nel post scritto giusto oggi, ha speso senza rimorso il termine "liberale" per definire Forza Italia e Berlusconi. 
Quindi diciamolo subito: Berlusconi non è liberale. La destra italiana, attualmente, non è composta da liberali, ma da socialisti che hanno trovato il modo di spendere i valori liberali e insozzarli con clausole mussoliniane. 
Berlusconi non è mai stato liberale. 

Berlusconi ha formato una destra composta da un'accozzaglia di partitini provenienti da tradizioni diverse ed uniti soltanto dai loro rapporti personali con lui. Non c'è alcuna idea liberale alla base del partito di Forza Italia e di tutte le coalizioni cui si è messo a capo. C'è soltanto Silvio Berlusconi come catalizzatore di leader di partito, imbonitore di folle con promesse shock e venditore di fumo. 
Berlusconi è diventato il simbolo di un ideale che non gli appartiene. Nella destra c'è il culto della sua persona ed il culto della persona è caratteristica dei regimi socialisti. 
I liberali, i veri liberali, quelli che aborriscono la mano invisibile dello Stato, non hanno alcun culto della persona perché la loro forza si fonda sul diritto naturale dell'uomo, conoscibile a chiunque non sia stato accecato da idee liberticide. E per questo non occorre alcun leader, alcuna persona eccezionale, occorre soltanto aprire gli occhi. 
Chi vota un partito liberale sta votando per la libertà e per la libertà soltanto, non per la persona che è a capo del partito. 
Chi vota Berlusconi, invece, sta votando un uomo che è capace di vendersi come pochi, sia alla parte liberale dell'elettorato, sia alla parte socialista. Ne abbiamo avuto una lapalissiana dimostrazione quando Forza Italia divenne l'attuale PDL: cambiò lo statuto, cambiò il partito, cambiò qualche leader, ma Berlusconi era sempre lì e quella mossa coraggiosa che fu venduta dai media come "la corsa solitaria di Berlusconi" gli fruttò un incremento dei voti. In sostanza, Berlusconi giocò ancora una  volta sulla sua persona, sulla forza che poteva dimostrare, e questo è tipico dei comunisti, dei socialisti, dei fascisti, chiamateli come volete. Il punto è che un liberale non cerca una persona di riferimento, ma fa riferimento a un ideale ben preciso. 

I risultati e le promesse di B., poi, parlano da sé. 
La recente promessa di restituire l'IMU attraverso prelievi forzosi dai conti di italiani in Svizzera è quanto di più illiberale si possa udire. I veri liberali, quelli che non ti aiutavano neanche se li pregavi ma ti davano la possibilità di diventare chi volevi, lo avrebbero immediatamente bollato come comunista. 
Oppure la proposta, ancora valida mi pare, di tassare gioco d'azzardo e alcolici: una tassa imposta con criteri del tutto arbitrari, priva di ogni approvazione popolare e fondamento giuridico che possa giustificarla. 
O ancora l'aver appoggiato la legge sul limite del contante a mille euro, che è una delle peggiori per un vero liberale. O l'aver permesso l'introduzione del redditometro, in ogni sua forma. 
Credo basti, ma si potrebbe continuare ancora a lungo.
E' più breve fare il ragionamento opposto, e cioè cosa non ha fatto. 
Non ha ridotto la spesa pubblica, ma l'ha aumentata a dismisura; non ha tolto lo Stato dagli affari dei privati cittadini, ma anzi ne ha esteso la portata; non ha ridotto le tasse su imprese, lavoro e patrimoni; non ha sbloccato il mercato del lavoro, ma ha legiferato in merito con norme di compromesso scritte insieme ai sindacati e ai partiti socialisti che lo affiancavano; non ha dato applicazione a nessuno dei diritti naturali dell'uomo. 
Insomma, B. è stato semplicemente un leader come tutti gli altri. Più carismatico, sicuramente; più furbo, senza dubbio; più capace, anche; ma mai è stato un liberale. Berlusconi è socialista, come tutti i partiti italiani che hanno sempre vinto le elezioni.  
Ha invece macchiato la reputazione di tutti i veri liberali italiani, che verranno identificati per sempre come berlusconiani e si porteranno la croce di tutti i fallimenti della falsa "destra" attuale. Berlusconi ha rovinato i liberali. 

Quando mi definisco liberale, per brevità, mi additano sempre come berlusconiano. L'ignoranza dilaga e lo stereotipo del berlusconiano/liberale è ormai troppo radicato nella società italiana, dopo anni di falsità. 


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