martedì 20 agosto 2013

Il partito della Boldrini

Il progetto della Boldrini è ormai chiaro: prima di essere Presidente della Camera, nessuno la conosceva, ed ora sta cercando di gettare le basi per il suo futuro partito personale, qualche partitucolo che andrà ad unirsi alla fitta fauna che costituisce il sottobosco del centrosinistra. 
Non è niente di losco e troppo articolato, sia chiaro. Parliamo pur sempre della Boldrini, mica di Einstein, però funziona. 

Siccome ora abbiamo il governo-che-non-può-cadere, formato dalle maggiori forze politiche, la Camera dei Deputati è diventata tutta un grosso partito unico. Sappiamo che lo è sempre stata, ma con la situazione attuale è tutto alla luce del sole. E' un unico, grosso partito, coeso dall'obiettivo comune di mantenere in vita un esecutivo sgangherato e raccogliticcio.
In uno scenario dove i partiti si rimescolano e perseguono un obiettivo comune, la Camera è dunque il partito più grosso o, se vogliamo dirla in altri termini, è una federazione di partiti. E la Boldrini ne è il leader. 
Ne è consapevole, Laura, perché non perde occasione per rilasciare interviste sulla falsariga di quelle dei leader di partito, non ha perso occasione per fare un discorso inaugurale lunghissimo e buonista, e non perde occasione per viaggiare, apparire in tv e portare avanti persino un proto-programma elettorale, comprendente tutte le battaglie femministe mainstream. 

Non c'è alcuna urgenza di approvare una legge sul femminicidio. Anzi, si tratta di una legge inutile e discriminatoria, e ne parlerò non appena sarà approvata, esaminandola nella sua forma  definitiva. Intanto basti sapere che la necessità di approvarla non esiste e si poteva benissimo attendere la riapertura normale dei "lavori" della Camera. 
Questo però avrebbe dato poco risalto all'approvazione, a causa di due fattori:
- sarebbero ricominciate le solite polemiche su altre leggi pessime, intorbidendo le acque e rendendo difficile notare una legge in particolare;
- ci sarebbe stato il caso Berlusconi a tenere banco nei tg e una legge tanto inutile sarebbe passata in secondo piano. 

La Boldrini dunque, avendone il potere, ha convocato qualche deputato. In un periodo di bonaccia come questo, la riunione è stata come una pietra lanciata in uno stagno piatto e ha avuto un'ampia e limpida risonanza. Il messaggio, è chiaro, è il seguente: io, Boldrini, sto costringendo questi fannulloni a lavorare anche in periodo di vacanza e li ho convocati per una questione importante, quella del femminicidio.

Non paga, ha anche colto l'occasione di fare atti di nonnismo verso i deputati che protestavano, avendo anche il potere di "mantenere l'ordine" nella Camera. 
In una situazione normale di "confronto" politico tra partiti, non avrebbe potuto assumere atteggiamenti di paternalismo verso i deputati, perché ne avrebbero risentito gli equilibri fra il suo partito d'appartenenza (Sel) e tutti gli altri, soprattutto quelli dell'opposizione. In altre parole, se si fosse comportata così cinque anni fa, sarebbe già stata rimossa dai capigruppo  o scomunicata dal partito. Oggi però può farlo, perché l'appartenenza a uno dei partiti della grande federazione del magnamagna la mette al sicuro da qualsiasi ritorsione. L'opposizione non c'è, o è molto debole, quindi un Presidente della Camera della maggioranza può approfittarne per gestire la Camera come se fosse il suo partito personale. 

Non ci sono dichiarazioni della Boldrini su un suo futuro partito, ma sono abbastanza certo che tenterà di fondarne uno o di scalare lo stesso Sel, un po' come sta facendo Renzi con il PD. 
Intanto dovremo rassegnarci a sopportare il suo finto buonismo, ricordando sempre che lei è quella del "non pensavo che ci fosse tanta povertà in Italia". 

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