martedì 24 settembre 2013

Bandiera rossa a mezz'asta. Evidenza di un fallimento

Dove sono finiti i comunisti di cinquant'anni fa? 
Quelli che avevano i loro uomini piazzati in ogni grande fabbrica, a fare la spia e la propaganda di nascosto tra i lavoratori, a fomentare gli scioperi e le serrate, sempre in fermento. 
Quelli che avevo un'idea precisa del mondo che, per quanto contorta e criminale, faceva breccia nei cuori dei lavoratori e li faceva sentire parte di una comunità più vasta, a livello nazionale, europeo, mondiale. 
Quelli che offrivano soluzioni. 
Quelli che raccoglievano decine di migliaia di lavoratori e li portavano in piazza, e si facevano sentire da tutti, dalla nazione e dal governo. 

Dei comunisti è rimasta solo la parte peggiore, quella che dopotutto era il nocciolo duro dei partiti e dei sindacati. Ora i loro successori sono del tutto incapaci di raccogliere le istanze della classe che si arrogano di rappresentare. Sono incapaci perché non c'è più il caporeparto che di domenica frequenta la sezione del partito e nei giorni di lavoro convince i lavoratori stando a contatto con loro, lavorando con loro e condividendone il salario e la fatica. Sono incapaci perché neanche gli interessa, hanno capito che era una causa persa e che battere sempre sugli stessi argomenti del 1800 non fa più scalpore, e serve qualcosa di nuovo e magari di vero. Sono incapaci perché il loro unico scopo è stato quello di sopravvivere e ce la stanno facendo: il parassitismo è stata la loro unica religione e sono bravissimi nel perseguirla. 

Semplicemente, i comunisti sono passati dall'essere il partito anti-sistema, ad essere essi stessi il sistema. L'Italia è una repubblica marxista, non c'è nient'altro da fare per comunistizzarla. 
Siamo ancora convinti che sia il lavoro a dare spinte all'economia, quando in realtà secondo i modelli economici è lo sviluppo tecnologico a creare posti di lavoro e capitali da reinvestire. Ma noi battiamo sempre sul lavoro, e pur non migliorando, siamo sempre convinti che la strada sia quella. 
Parliamo di piani industriali, nella perfetta tradizione comunista, ma il settore industriale è appena il 24% del PIL in Italia. Oltre il 70% invece è prodotto dal terziario, dai servizi, dalle telecomunicazioni, da tutte quelle attività che necessitano di sviluppo tecnologico e che sono le prime a recepirlo. E che noi ignoriamo sempre. 
La verità è che un comunista non ha più argomenti per proporre il suo paradiso della redistribuzione perché l'esperienza italiana gli ha sbattuto in faccia una realtà diversa: la redistribuzione scoraggia l'impresa, e l'impresa scoraggiata non assume né produce capitali sufficienti a fare investimenti. Senza capitali si va a chiedere il prestito alle banche, ma in un'economia come la nostra un prestito ha i 2/3 di possibilità di non rientrare più nella banca. 

Gli unici che raccolgono un po' di lavoratori ormai sono i talk-show. Portano un gruppetto con qualche striscione e cercano di ricreare un'atmosfera da bandiere rosse e vodka, ma è una storiella alla quale nessuno crede più davvero, tranne qualche universitario benestante che ha volutamente stravolto ciò che ha appreso per adattarlo alle teorie del paradiso comunista. 
Qual è stato l'ultimo vero raduno dei lavoratori? 
Berlusconi ha riempito intere piazze. Possiamo cavillare sui numeri, ma almeno una volta ha raccolto più di un milione di persone, ed è un risultato di tutto rispetto e comunque migliore di quelli del PD. 
Grillo non ha mai raggiunto numeri simili, ma ha riempito piazze con molta più frequenza e tutt'ora ci riesce. 
Il PD? Il PD e tutti gli altri derivati del partito comunista stanno facendo i congressi. Litigano tra loro, fanno di tanto in tanto qualche assemblea nazionale, fanno le sagre, riempiono qualche teatro o qualche palazzetto dello sport, ma sono totalmente incapaci di raccogliere i consensi di quelle classi di elettori che pretendono di rappresentare. 
Non possono farlo perché sono loro lo Stato che li ha portati alla miseria odierna. Sono state le loro politiche, le loro lotte sindacali, la cretinata dei contratti nazionali, tutti gli adempimenti previdenziali, assistenziali e contributivi imposti alle imprese. Hanno fallito. 
E lo sanno benissimo di aver fallito perché dove c'è uno sciopero non si vede un solo comunista a raccogliere le folle. C'è Grillo a fomentare, persino Berlusconi ci riesce, ma il PD non si muove. Il PD non fa più le manifestazioni, ormai partecipa solo a incontri con persone selezionate. 
Dico, vi immaginate Bersani che si presenta davanti ad una fabbrica chiusa e urla che lo Stato dovrebbe aiutare gli operai? E con quali ragioni convince quelle persone, se poi gli uomini del Governo, i suoi uomini, dichiarano di non poter aumentare la spesa pubblica per sostenere altri disoccupati? Come fa un Bersani a rivolgersi ai metalmeccanici e dire loro che è criminale accettare un salario inferiore a quello imposto dal contratto nazionale? 
Come fanno i moderni comunisti a creare binari per l'odio se sono essi stessi la destinazione dell'odio? 
La Boldrini verrebbe presa a schiaffi se apparisse davanti ad una fabbrica chiusa. Basterebbe un tweet per organizzare una protesta in piena regola. Ormai nessuno ha bisogno dell'uomo del partito che dica dove andare e cosa dire, perché sanno tutti benissimo dove andare e soprattutto cosa dire. 
Credete che se ci fosse la possibilità di raccogliere consensi tra tutti i disoccupati che ci sono ora, il PD e comunistoidi vari non lo farebbero? Sarebbero i primi a lanciarsi, ma sanno di non potere, ed infatti non si muovono. 
Il PD è costantemente mobilitato, ma contro se stesso. Se provasse a riempire una piazza con i lavoratori, si ritroverebbe con quattro gatti e con un Bersani che ripete che no, non è possibile fare niente perché le politiche socialiste adottate finora hanno distrutto completamente i capitali italiani, e le loro odiate imprese stanno chiudendo. 
Il PD ormai è un partito chiuso su se stesso. Un iscritto al PD ti dirà che è stato alla tal manifestazione "ed erano in tanti giovani pieni di idee". Bella storia. Ma il PD dovrebbe raccogliere persone al di fuori dei tesserati se vuole dimostrare di essere il partito dei lavoratori. Deve essere capace di attrarre folle a prescindere dalla fede politica. Invece il PD organizza tutto in casa e si ritrova a  dover riempire luoghi ristretti per non trovarsi nella imbarazzante situazione di organizzare una manifestazione nel 35% di una piazza. 


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