martedì 10 settembre 2013

La cultura della monnezza

Dopo aver fatto anche io una limitata esperienza di viaggi, collezionando qualche viaggio nelle città del nord Italia, del centro e del casertano-napoletano (dove vivo), posso finalmente dire anch'io con cognizione di causa che, almeno noi campani, abbiamo la cultura della sporcizia
Molti di quei finti patrioti locali saranno a rodersi le mani perché non sto lodando le bellezze naturali tenute malissimo da loro, ma sto puntando il dito contro i difetti delle città, quelli che vanno nascosti, perché se ami il tuo paese non sputi nel piatto dove mangi. 
In altre parole, se vivi tra idioti, non hai il diritto di dire loro quanto siano idioti, né di insegnare loro che si può essere meno idioti.

Prenderò come esempio la mia visita più recente, risalente a poche ore fa (l'articolo è stato scritto alle 03:00 circa del 03/09)  e della quale, quindi, ricordo maggiori dettagli, per averli anche esaminati con la consapevolezza di volerne scrivere. 
Caserta Vecchia. 
Bellissimo borgo antico, come ne esistono migliaia in Italia, ed il merito della sua bellezza è certamente degli antichi. Chi campa ora sulla sua bellezza sta semplicemente campando di rendita. Chi se ne vanta lo fa con la consapevolezza di non aver fatto niente per migliorarlo e che, per fortuna, nonostante ci vivano con automobili e lo abbiano riempito di antennacce di ferro arrugginito ovunque, quel borgo continua a offrire scorci bellissimi. In breve, chi se ne vanta sa di mentire spudoratamente: ha solo il merito di non aver abbattuto la sua vecchia casa e averne edificata una nuova, forse perché esiste una norma che glielo vieta.
Il borgo offre anche un parco, tutto in salita, arredato con le classiche panchine in legno e ferro (ben poche), con orribili secchi dell'immondizia accanto ad ognuna per ovvi motivi di stupidità umana, e con alberi tenuti in modo discreto. 
Vista bellissima da diverse terrazze. 
Mi stavo godendo la visita con una ragazza. Essendo stati entrambi in diverse città del nord, ci è stato sufficiente restare sul luogo per più di un quarto d'ora per scoprire che se era un bel posto, era per merito di chi lo aveva costruito negli anni precedenti e per l'incapacità della gente attuale di rovinarlo completamente

I vizi sono gli stessi che si riscontrano ovunque nelle zone del casertano e del napoletano. 
Innanzitutto le sigarette. Davanti ad ogni panchina c'era un tappeto di sigarette. Ho detto che c'erano secchi dell'immondizia accanto a ogni panchina, qualunque idiota avrebbe potuto spegnere le sigarette con due dita d'acqua in un bicchiere e poi gettarle nel secchio, giusto per dire il metodo più accessibile ai primati, ma nessuno lo ha fatto. I secchi erano quasi vuoti. C'era qualche fazzoletto, qualche bottiglia gettata alzandosi dalla panchina. 

Le terrazze. Sono di quelle a strapiombo che si trovano in genere sui paesini di montagna. Belle finché si guarda il panorama. Poi si sposta lo sguardo sulla zona immediatamente sottostante ed è piena di bottiglie di ogni materiale, di buste di plastica, di rifiuti metallici, di sigarette, di cavi... di ogni merda possiate sollevare e gettare di sotto. 

I vicoli erano ancora bellissimi. Sarebbe stato più bello ripulirli di tutti gli escrementi di cane e delle sigarette a terra davanti a ogni bar, ma sarebbe stato chiedere troppo. 

C'è anche un bella torre campanaria, molto alta, di quelle che è possibile risalire fino in cima con le scalinate e avere una vista da ogni piano. Non so in termine tecnico come si chiamino, ma per rendervi l'idea, è dello stesso tipo della Torre di Giotto di Firenze, quella bianca accanto al Duomo. Al nostro tentativo di entrare, ci siamo imbattuti in una delle ordinanze più stupide che abbia mai sentito dal vivo: era chiusa al pubblico perché un ragazzo, tre anni prima, si era suicidato lanciandosi dalla sommità. 
A nulla è valso far notare che se volevo  suicidarmi potevo gettarmi da una delle terrazze a strapiombo, molto più alte in alcuni casi: non potevo salire perché qualche idiota ha deciso così per evitare ulteriori suicidi. E' noto che non si muore gettandosi da altre parti, ma solo dai campanili. Ci sarei passato sopra, se quella torre non fosse stata una delle poche attrazioni turistiche del posto. E' pur sempre un borgo, è minuscolo, è bello da girare ma in mezz'ora si visita tutto e se il turista deve restarci così poco, non compra niente. In mezz'ora di passeggiata non viene sete, non viene fame. 

Il castello. Bellissima la torre - senza ingresso - e l'altra debitamente usata per ospitare teloni di plastica e altre schifezze. Il resto della fortezza è piena di terra, è tenuta malissimo e non c'è un solo cartello che dica il nome di quel posto e ne spieghi in poche righe la storia. Capirete che davanti a un rudere del genere, se l'interesse non è stimolato da informazioni che gli diano valore, la gente lo valuta per quello che è: un rudere. E se ne va. 
Anche qui bottiglie, sigarette, plastica e altro pattume gettato un po' ovunque dentro e nei dintorni. 

Non andrò oltre perché non ne ho bisogno, non perché abbia finito la lista. 
Il posto è stupendo, ha un alto valore storico per chi ha letto su wikipedia qualche informazione, è romantico per chi possa raggiungerlo con la ragazza o il ragazzo, peccato che sia tanto somigliante a quei tesori sepolti in fondo al mare  ricoperti di forme di vita monocellulari che ne corrodono lentamente la struttura e ne offuscano l'antico splendore. 
In altre parole, sarebbe un posto migliore se ci abitasse altra gente. 

Ora i patrioti locali della domenica mi risponderanno che nessuno mi ha sputato in faccia in strada e che quando ho chiesto indicazioni le ho ottenute. 
Lo so. 
Ma non ho visto nessuno opporsi a quello schifo. I proprietari dei locali erano tutti lì a tirarsela senza far niente. Nessuno che uscisse con una scopa a ripulire la strada che porta al suo locale, o ai piedi della terrazza accanto. Nessuno che desse del caprone al truzzo che passa e getta la sigaretta a terra. Nessuno che stesse cercando di migliorare un po' il posto per invogliare la permanenza del turista fino all'ora di pranzo o quantomeno per un tempo sufficiente a mettergli sete e fargli comprare una bottiglietta d'acqua. 
Erano lì a confidare in ciò che gli antichi fasti gli avevano lasciato e siccome è un patrimonio immenso, la loro colpevole inerzia non è riuscita ancora a intaccarlo così tanto da fargli venire un po' di tremarella. 

Ma non è cattiveria, è ignoranza, intesa come visione provinciale del mondo. E' gente che è vissuta sempre tra standard di pulizia pubblica molto bassi. 
Per fare un paragone, pensiamo alle capanne dei nativi africani, costruite sulla terra. Quella gente vive nella terra e non spazza certo il pavimento, perché è abituata così da sempre. Non si costruisce un pavimento perché non ne vede la necessità. 
Allo stesso modo, il provincialotto locale non trova nulla di strano nell'immondizia varia sparsa ovunque nelle sue città: in aiuole, agli angoli delle strade, incastrata nelle grate delle fogne, infilata dentro i buchi dei muri, appoggiata sui muretti, spaccata a terra. Per lui è normale e il suo occhio esclude automaticamente certi dettagli perché non li ritiene invalidanti, non sono difetti per lui. 
Quando è chiamato a vivere in un borgo che è interamente un'attrazione turistica, il provincialotto ci vive nell'unico modo che conosce e non pensa proprio che le sue pessime abitudini siano la causa della rovina di quel posto. Non si spiega come mai ogni anno ci siano sempre meno turisti. 
Il turista che viene dal centro Italia o dal nord noterà invece immediatamente lo stato di abbandono in cui sembra versare il posto. Borgo antico un paio di palle, si dirà. Qual è la differenza tra questo borgo antico e la città moderna? Che la sporcizia è concentrata in vie più piccole e quindi è più visibile
Così la cerchia  di turisti a cui importa vedere il borgo si riduce ai locali che non danno peso alla sporcizia perché ci sono abituati. Quei locali, tuttavia, la guarderanno come ho fatto io e si chiederanno: perché devo vedere questo posto, se è uguale a quello in cui vivo
E un locale che è stato fuori da questo letamaio che sono le provincie di Napoli e Caserta, sarà ancora meno propenso a fare bella pubblicità al posto. 

Io forse ci tornerò, alcuni ristoranti erano bellissimi, c'è tranquillità tutto sommato ed è piacevole per una passeggiata con la ragazza, ma non ci trascorrerò mai una giornata intera perché è come stare nel paese moderno: vivendoci lo stesso tipo di gente abituata a gettare ogni cosa per strada, non vedo cosa dovrebbe indurmi a restare più del dovuto. Dove sia la storicità del posto quando c'è un complesso di antenne montate su pali di ferro arrugginiti e scritte sui muri dappertutto. 
E' ovvio che più rimango sul posto e più dettagli orribili noto. Quando ne ho a sufficienza, vado via. 
E intanto il commerciante locale sta lì a chiedersi come mai il turista sia rimasto metà mattinata e non si sia fermato a pranzo nel suo ristorante: forse perché non ha capito bene di trovarsi in un borgo storico, come non l'ho capito io quando sono sceso dall'autobus e ho posato il piede sull'asfalto. La prima frase che ho detto è stata "Tesoro, è questa Caserta Vecchia?"

Quindi sì, vivo in zone dove ci sarebbe tanto da vedere, tantissimo. Il turismo qui sarebbe spettacolare. Peccato che ci viva gente che non sa cosa  sia la pulizia dei tempi moderni. Sono rimasti ai canoni di 80 anni fa e chi viene da fuori si ritrova in zone sporche ovunque, in strade con asfalto spaccato e invase dalle erbacce delle campagne circostanti, tra campi delimitati con reti da letto vecchie, filo spinato e fili dell'antenna. Addirittura col nastro rosso e bianco. 
E quel turista è sconcertato. E' sceso a Baghdad? No... è sceso dove c'è o' sole, o' mare e a pizza. E solo quello. Tutto il resto lo stanno rovinando perché non hanno idea di come sia il mondo fuori. 

Qualcuno mi obietta che anche nelle belle città del nord c'è che gente che sporca e che sono netturbini e giardinieri a tenere pulito. Può essere vero, ma siccome al sud non fanno funzionare neanche quei servizi, non resta che essere più virtuosi e far in modo di non averne bisogno. Basterebbe molto poco, ma le cattive abitudini e la deselezione naturale di questi posti non lo permettono. Quando vado alla ricerca di un cassonetto per gettare qualcosa mi sento spesso rimproverare perché sto perdendo tempo e mi si invita brutalmente a gettare a terra il rifiuto. E' così dappertutto in queste zone, non c'è nulla da fare: siamo sporchi. 


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